No non perdetelo il tempo ragazzi
Pagina 1 di 1
No non perdetelo il tempo ragazzi
Miriam: a me piace il futuro, vorrei sapere cosa avverrà.
Rosa B.: a me non piacerebbe sapere il mio futuro perché per me è come una sorpresa.
Emilia: io penso che il tempo non esiste e che sia solo stato diviso in minuti, secondi, ore ecc.. solo per uno scopo pratico.
Rosa B.: io non riuscirei a stare senza la misurazione del tempo, avrei difficoltà come i detenuti che non si orientano.
Fabio: per me è importante il passato perché l'esperienza aiuta a non commettere gli stessi errori, come quando ti tuffi da una scogliera per la prima volta, ti fai male, ma dopo NO!
Enza C. a me interessa il passato,perché in esso ci sono i ricordi dell'infanzia.
Salvatore F.: sarebbe bello saper le cose che ci accadono.
Teresa: il tempo che passa porta un cambiamento.
Carmela C.: quando facciamo delle cose belle il tempo subito passa mentre quando ci annoiamo il tempo non passa mai!
Michele: il tempo dipende da noi.
Giuseppe: meglio vivere il presente e cancellare le cose brutte del passato.
Roda D.F.: per me è meglio vivere il presente perché se uno pensa al passato e al futuro non si gode il presente!Alunni di seconda, sezione E
Scuola Media ‘B.Capasso’ Frattamaggiore
Il Tempo è un artifizio umano così come il bello e il giusto”.
Con questa frase Aristotele chiarisce la natura convenzionale di ciò che è diventato ormai un pilastro fondamentale della società moderna: il tempo. Quando si parla di tempo pensiamo al cosiddetto “tempo spazializzato” della scienza, ovvero una successione regolare e costante di istanti che si susseguono ordinatamente e cronologicamente nella progressione passato – presente – futuro. Ma il Tempo è soprattutto misura dell’esperienza, dell’energia e dell’emozione soggettiva. Quello che in realtà sperimentiamo è il tempo che scivola via e così sviluppiamo la sensazione dell’urgenza, che viene espressa nelle comuni frasi come “Non perdere tempo”, ”Il tempo è denaro”, “Il tempo è prezioso”, etc.
Non si trova mai il tempo per affrontare le problematiche più spinose e per lavorare insieme. Viviamo la mancanza di tempo, quindi, come giustificazione per non affrontare le complessità, per sfuggire alle responsabilità. Su queste derive, siamo già, o rischiamo di divenire, operatori schiavi del tempo, servi del potere disciplinatore dell’orologio, del calendario, delle agende, delle cadenze e delle «scadenze». Cogliere il senso del tempo é la questione chiave del lavorare insieme, del «divertirsi» (nel significato etimologico di de-vertere, cambiare direzione), del prendersi-riprendersi il tempo necessario, del trovarsi nel momento adatto per cambiare direzione.Siamo abituati a chiamare tempo ciò che non è tempo, ma cambiamento, non più un servile e meccanico rapporto con le ore, con lo scorrere dei giorni, ma un continuo, creativo, divertente, e dinamico oscillare tra tensione e distensione con il quale avviene il cambiamento. Tempo nel lavoro sociale, quindi, come forma di/per sentire il cambiamento; modo di/per sentire che non c’è il presente, ma un’interessante, stimolante, costante oscillazione tra passato e futuro. A questo punto, se si riesce a seguire questo percorso, il tempo per lavorare insieme probabilmente si trova, è nostro, ci appartiene, non siamo più adoratori e schiavi del dio Chrònos. È un tempo ricco di senso, di logica ma anche di grande passione, di etica.
Rosalia Marino- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 23.02.11
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|